giovedì 6 giugno 2013

Campanha de limpeza

Oggi è giornata di pulizie qui a Chiulo. In vista dell'inaugurazione della nuova "casa de espera" - la casa in cui le mamme agli ultimi stadi di gravidanza possono essere ospitate in attesa del parto - è stata lanciata una campagna di pulizia delle aree adiacenti, che normalmente ospitano gli accampamenti dei parenti dei pazienti ricoverati.

Distribuiti guanti in lattice e sacchi per la spazzatura, i parenti dei malati sono stati invitati a raccogliere i rifiuti lasciati intorno all'area dell'ospedale.

Donne incinte, signore anziane, ragazzi e bambini hanno accolto l'appello, dedicando il pomeriggio a questa "insolita" attività.















mercoledì 5 giugno 2013

Masterchef Chiulo [2]

Spaghetti al pesto di Sukumawiki


INGREDIENTI

400 gr di spaghetti
1 o 2 mazzi di Sukumawiki
2 spicchi d'aglio
Pinoli o Arachidi
Formaggio grattuggiato (se lo trovate)
olio
sale



PREPARAZIONE

Lavate e tagliate a pezzi le foglie di sukumawiki, poi mettetele in acqua bollente fate cuocere per 15 minuti circa. Scolate le verdure e aggiungetele nel frullatore con l'olio, il sale, le arachidi o i pinoli e il formaggio grattuggiato se li avete. Frullate il tutto e lasciate riposare la salsa.
Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolate e fateli saltare con il pesto.


piatto ideato da Elisa Divoux a Mapurdit, Sud Sudan.

L'Ospedale

Come ti immagini un ospedale africano? Per molti l'idea di Africa è che il mondo scorra a ritmo e con un senso diverso da quello occidentale, forse inchiodato in quell'essenza selvaggia che ancora respiriamo nei documentari sulla savana.
In parte è così. In parte sono le realtà di Nairobi, Luanda, o Harare. Metropoli parallele che mostrano tutta una faccia diversa d'Africa.
Però l'errore è il nostro. Perchè quello che noi chiamiamo Africa è un continente, con migliaia di sfaccettatture, etnie, realtà differente, anche se a volte uguali a se stesse.
L'ospedale di Chiulo in fondo è proprio questo.
Una costruzione a suo modo imponente, visto che è la savana stessa a cicondarla, dove quattro padiglioni collegati tra loro ospitano i reparti. Ci sono altre ale in costruzione, che forse vedranno la luce domani, i conteiner del programma per l'Hiv, e la tisiologia più in là.
Duecento posti letto sulla carta, forse qualcosa in più, visti i letti accalcati sulle verande.

E' un luogo interessante, l'ospedale. Così come te lo immagini. C'è la pediatria, ordinata e ben avviata. La sala medicazioni, e il piccolo ufficio con l'ecografo che quasi nessuno sa usare. La macchina per i raggi X, e la sala operatoria. Più avanti il reparto donne, la maternità con la sala parto, e il reparto uomini, con accanto l'ala per i degenti del carcere.

Sì, forse può essere strano vedere un materasso gettato a terra, o due bimbi che dividono il letto nell'assistenza intensiva pediatrica. Ma non più di tanto. Anche questa è una sfaccettatura della realtà. Un dettaglio: l'ospedale è il posto in cui si viene per essere curati. E qui si danno farmaci, si fanno medicazioni, si eseguono operazioni, si fanno nascere bambini, e si assiste impotenti alla morte, quando la malattia è troppo grande

Un ospedale, appunto, anche se nel mezzo della savana.










sabato 1 giugno 2013

Due passi nel nulla

Non è che ci sia proprio un villaggio. Ad allontanarsi da casa, e inoltrarsi nei sentieri sabbiosi che si snodano sull'altipiano, ci si trova davanti un mondo che pensi debba appartenere al passato. Eppure gli spazi infiniti che partono da questo centro nel nulla, e che si espandono all'infinito verso ogni direzione, ti riportano in qualche modo alla realtà.
Eppure usi e tradizioni devono essere per forza cambiati anche da queste parti, come ricorda il bus che alla sera arriva dalla città. Un cordone ombelicale con quel mondo là fuori, che sembra folle e improbabile. Come il traffico e la fretta delle grandi città.
Qualcosa che scompare, anche nel ricordo, dentro ai tramonti africani.
E per quale ragione al mondo, allora, dovremmo andarcene?










venerdì 31 maggio 2013

Masterchef Chiulo [1]

Tris Africano


INGREDIENTI

1 tazza di riso
1 spicchio d'aglio
olio

1 mazzo di Sukumawiki
2 spicchi d'aglio
2 pomodori
olive nere a rondelle (se le trovate)
olio
sale

200 gr. lenticchie
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 dado da brodo
olio
sale




PREPARAZIONE

Per il riso
Fate soffrigere l'aglio in un cucchiaio d'olio. Aggiungete il riso e fate tostare per un paio di minuti su fiamma vivace. Aggiungete acqua già calda, 3-4 tazze circa, e lasciate cuocere sino a quando l'acqua non si asciuga

Per le lenticchie
Mettete le lenticchie in acqua 24 ore prima della preparazione. Preparate il brodo con acqua bollente, possibilmente filtrata e il dado. Fate soffriggere l'aglio e la cipolla in uno o due cucchiai di olio. Scolate le lenticchie e aggiungetele in padella.Coprite e lasciate cuocere a fuoco medio per circa 45 minuti, aggiungendo il brodo di tanto in tanto quando le lenticchie si asciugano troppo. Terminare la cottura senza coperchio sino a quando le lenticchie non sono morbide, e l'acqua di cottura si è asciugata

Per la Sukumawiki
Tagliate le verdure a listarelle. Farle bollire in abbondande acqua per 10-15 minuti. In una padella a parte scaldate l'olio e fate soffrigere l'aglio. Quando l'aglio è ben dorato, scolate le verdure e fatele saltare in padella, aggiungendo i pomodori a pezzettini e le olive. Lasciar cuocere per 10 minuti.


lunedì 27 maggio 2013

Benvenuti a Chiulo

Dopo quasi cinque mesi, tra documenti e disavventure varie, finalmente partiamo.

Dopo una pausa a Luanda, la caotica capitale del paese, un volo di poco piu' di un'ora ci scarica a Onjiva nella provincia del Cunene. L'aeroporto e' piccolo ma ordinato, ben diverso da altre realta' qui in Africa. Anche l'aereo sul qualce abbiamo viaggiato e' un 737 che niente ha a che vedere con gli avventurosi bielica dell'UN.

Dall'alto la savana si presenta punteggiata di campi coltivati che racchiudono piccole comunita' di capanne. E'  ancora presto per dirlo, ma gia' ci sentiamo a casa.

A Chiulo ci si arriva dopo circa due ore di macchine, di cui oltre meta' su strada asfaltata. Quello che colpisce, come spesso accade in Africa, e' l'assenza per chilometri di segni di vita umana. Niente pali della luce, ne' case che si affacciano sulla strada.

La piccola comunita' di Chiulo e' dispersa tra la pianura e i baobab. Non lo si avverte subito, perche' e' buio quando arriviamo. Ma c'è un senso di spazi infiniti.

Davanti a noi, l'ospedale, si estende come un leone in attesa.

L'ospedale di Chiulo, Angola