Il caldo e la
polvere sono la prima cosa che ci accoglie. La seconda sono i mosquitos. Che sono buoni a torturarti
gambe e braccia che ci ostiniamo a lasciare scoperti. O i moscerini o il caldo.
Ma tutto questo
lo lasciamo in disparte, come una nota di colore, perché il vero cuore di Orán,
quello che ci ha davvero accolto sono le persone.
Un affetto
coltivato nel tempo e rimasto immutato a dispetto degli anni trascorsi e della
distanza che ci ha separato. L’ospitalità latina, che forse qui più che in ogni
altro posto in Argentina si sente come sacra e inviolabile.
Un affetto sincero,
che è fatto di abbracci, di parole, di sorrisi.
Ma Orán purtroppo
non è solo questo.
La città è
cresciuta enormemente negli ultimi anni, ma i suoi mali sono rimasti immutati.
Le periferie, povere e degradate, sono covo di alcolismo, droga, prostituzione,
violenza.
I bambini sono
come un’aura che circonda i suoi problemi. Sono dappertutto, eppure molti di
loro è come se non esistessero. Non è solo l’abuso o il maltrattamento, né lo
sfruttamento. E’ qualcosa di più radicato, che vive e cresce con loro, e che si
trascinano dietro. Un’eredità che passeranno a loro volta ai loro figli. Che
non tarderanno a venire, dato che la pubertà qui segna davvero il passaggio
all’età adulta.
Si diventa
genitori, senza aver mai smesso di essere bambini.
I bambini però
non sono soli.
E lo capisci
immediatamente quando vedi l’opera continua e gratuita di chi ha scelto di
vivere per loro e con loro. Per aiutarli a diventare uomini e donne, ma
soprattutto persone.
E’ l’amore
impagabile di persone come Padre Diego e Don Andrea, e di tutti i volontari che
negli anni si sono succeduti per cercare di donare qualcosa di più di un piatto
di minestra e una parola di speranza.
Orán è anche
questo. Perché la luce ha senso proprio là dove le tenebre sono più scure.
Oran: L’ultima
città fondata dagli spagnoli in Sud America.
La città di Orán
si trova nel Nord dell’Argentina, nella provincia di Salta, a 50 Km dal confine
con la Bolivia.
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